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5 Agosto 2014A Lugano, in Svizzera, notizia di poche ora fa Il cliente di una banca si è visto sottrarre un milione di franchi da un pirata informatico . La truffa informatica, riferisce la Rsi, è stata messa a segno nelle scorse settimane da un pirata informatico di nazionalità asiatica.
L’ hacker ha sfruttato un errore del malcapitato che personalmente ho visto compiere da molti: effettuava pagamenti via e-mail. Il pirata informatico una volta rubata la sua password non ha fatto altro che entrare nella sua posta elettronica e creando falsi ordini di pagamento, ha prosciugato il conto corrente dirottando i fondi su un conto estero ovviamente ora vuoto infatti quanto il furto è stato scoperto, dei soldi non c’era più nessuna traccia.
Il Ministero pubblico sta indagando sulla vicenda, ma sarà dei soldi e del pirata non si troverà nessuna traccia !
Questo si aggancia perfettamente alla recente pubblicazione dei dati della ricerca del Ponemon Institute, che ha coinvolto più di cinquemila professionisti a livello mondiale e 250 in Italia, rivelando una grande un gap nelle conoscenze e nelle risorse disponibili all’ interno delle aziende in termini di sicurezza informatica che causano maggiore vulnerabilità agli attacchi dei dati sensibili .
I risultati ottenuti a livello mondiale evidenziano che le aziende sono d’accordo nel dover risolvere la difficile comunicazione tra i team di sicurezza e i dirigenti per proteggersi contro gli attacchi informatici. I dati evidenziano che in Italia il 30% dei team di sicurezza non parla mai con i dirigenti in merito alla sicurezza informatica; tra coloro che ne parlano,una volta all’ anno il 22% , il 16% ogni sei mesi, solo il 4% ne discute settimanalmente. Solo il 44% dei manager italiani ritengono che nella propria azienda si investa abbastanza sia in personale che in tecnologie per mantenere livelli alti in termini di sicurezza informatica.
Oggi le truffe e furti di identità sono dietro l’ angolo, per essere sincero proprio la settimana scorsa mi è capitato di essere contattato dal solito tizio estero che voleva acquistare un prodotto messo in vendita su Subito.it chiedendomi i dati per effettuare un bonifico (che ho dato falsi) il giorno dopo mi arriva una mail di una fantomatica banca della Costa d’Avorio che mi chiedeva un pagamento di poche centinaia di euro per sbloccare il mio denaro.. ma lo racconterò meglio in un post dedicato alle truffe informatiche..
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#felicegiornata